39. IN GIAPPONE

lestappen

/Max/

“Charles si alza in piedi e sbadiglia stiracchiandosi tutto, la maglietta si alza scoprendo la fascia inferiore del suo basso ventre, dove si vedono le linee inguinali e addirittura le vene, se guardi bene. Quelle che portano sangue al cazzo e che poi lo fanno crescere e diventare bello grosso e dritto. 
Mi mordo le labbra e me le succhio, trattenendomi a stento dall’afferrargli l’elastico dei suoi comodi e larghi pantaloni che scendono in modo ridicolo fin quasi sotto quelle dannate vene. 
Ci riesco solo perché siamo tutti insieme e sarebbe un tantino fuori luogo. 
Però non gli stacco lo sguardo da lì e Charles è l’unico che lo nota infatti spalanca gli occhi in modo spontaneo e abbassa le braccia guardandosi, pensando di aver qualcosa di troppo fuori. 
No, tesoro. Non abbastanza, magari, ma non troppo.
Quando si rende conto di cosa si trattava mi torna a fissare con occhi ammonitori che, improvvisamente e solo per me, sono diventati straordinariamente espressivi e pieni di senso Io in tutta risposta gli ammicco da bravo stronzo provocatore. 
Voglio dire, sei tu quello che non si è ancora scrollato Pierre di dosso e che è in qualche modo impegnato con qualcuno che non vuole tradire anche se non ci vuole stare insieme. 
Io il mio ‘problema’ l’ho risolto, sono riuscito a lasciare Daniel proprio per essere libero di saltargli addosso. Pierre è un tuo problema, Charles, non mio. Io posso fare esattamente tutto quel cazzo che mi pare e si dà il caso che voglio farmi te.
Tu poi sei libero di rifiutare, ma io lo sono di provarci quanto cazzo mi pare!
Charles scuote la testa e fingendo di non aver avuto alcuno scambio con me, parla agli altri ancora ammassati insieme e stipati a fare il mega torneo di Playstation alla vecchia maniera. 
Prima o poi sarebbe successo, ma quale occasione migliore che un tifone che si abbatte sul Giappone bloccandoci in albergo tutto il dannato giorno e la dannata notte, impedendoci addirittura le Qualifiche del sabato? 
- Basta, non ce la faccio più, sono ore che stiamo su questo affare! Mi scoppia il cervello, ho bisogno di fare altro! 
Appena lo dice, Pierre con un sorrisino malizioso risponde totalmente spontaneo, ma senza interrompersi dal giocare, né staccare gli occhi dallo schermo.
- Disponibile per fare altro, se vuoi! 
Sentendoli George sbaglia completamente ed esce fuori strada, Alex ride ma rimane in pista, mentre Lando ha l’aria di chi non ha nemmeno sentito che qualcuno si è alzato ed ha parlato. 
Beato lui ed il suo cervello vuoto. Glielo invidio ogni tanto, mi ricorda me prima di scoprire il sesso. Sarà per questo che stiamo diventando così facilmente amici! 
Charles sbuffa facendo finta di niente, si guarda bene dal posare nuovamente lo sguardo su di me, perché gli farei una di quelle facce provocanti che lo manderebbero in tilt. 
- Fa come vuoi! - brontola andandosene davvero. Sto per alzarmi e seguirlo tirando la scusa del pisciare, ma Pierre blocca improvvisamente la gara e mi lancia il joystick. 
- Prendi il mio posto, ti dispiace? 
Veramente sì, ma non posso certo dirglielo. 
Dannazione! 
Con questo sto per sospirare, ma per miracolo mi trattengo limitandomi a sistemarmi meglio per subentrare al suo posto nella gara da cui io e Charles ci eravamo appena tolti. 
- No, no figurati! 
È risaputo che correrei anche tutto il giorno.
George ed Alex mi guardano brevemente, ma non dicono nulla e tornano a concentrarsi sulla gara; prima di guardare lo schermo lancio un’occhiata frustrata alla schiena di Charles raggiunto subito da Pierre. I due se ne vanno insieme in ascensore. Non ci credo che faranno sesso loro due. Ero io che volevo farlo con Charles! Io! 
Dannato Pierre! Se gli stai così appiccicato come diavolo faccio ad approfittare di questo dannatissimo tifone e saltargli addosso? 
Oltretutto devo dargli il mio regalo di compleanno, sicuramente non avrò un’occasione migliore di questo weekend, anzi, di oggi stesso. Anche se siamo in anticipo di tre giorni, glielo darò lo stesso.
Ma staccati da lui, cazzo! 
Meno male che non sei il suo ragazzo, pensa se lo eri! 
- Amico, ti facevo più predatore... te lo sei fatto soffiare così da sotto il naso! A momenti te lo infilava in bocca! 
Quando siamo sicuri che quei due se ne siano andati, qualcuno ha la malaugurata idea di dire ciò che pensa, peccato che su tutti è il solo che non pensavo sapesse nemmeno di essere fra i vivi. 
Lando non ha nemmeno staccato gli occhi dallo schermo, né ha fatto un errore in corsa, ma ha un ghigno malefico stampato in faccia che adesso voglio cancellargli. 
- A quanti esattamente l’hai detto? No perché così so quanti cazzotti darti, razza di imbecille! 
Il mio latrato è rivolto ad Alex, ma riesco ancora a correre bene nonostante non sono con i simulatori come siamo tutti abituati a fare, infatti solo io viaggio con la mia stazione portatile, loro si limitano a portarsi la playstation senza tutte le altre attrezzature, perciò mi sono abbassato a quel che potevano fare loro. È strano guidare come i comuni mortali, col controller, ma quando uno è un genio, lo è a prescindere da cosa usa. 
Alex ride incosciente e si salva solo perché vicino a me c’è George e non lui. 
- Beh, a George lo dovevo dire, no? 
- Certo, vuoi che uno non sappia tutto ciò che sa l’altro? Ti dice anche come scende la sua merda dal culo? - brontolo seccato verso il mio collega qua accanto che risponde con un formale e serioso: - Con un Plof! 
Ed io non voglio ridere per far capire che alla fine non me la sono presa, ma cedo quando sento la risata ignobile di Lando. Con ignobile intendo che è la più buffa ed assurda che io abbia mai sentito e quando gli partono i fischi che emette, o versi, o rumori, o qualunque cosa sia che fa, non riesco a continuare a correre impassibile e devo mettere il gioco in pausa per ridere anche io. 
Lo faccio insultandoli, ma lo faccio. 
- Siete un branco di stronzi! 
Mentre lo dico non faccio minimamente paura e alla fine continuano a sparare stronzate sulla cacca e su come la fanno, fino a che si ritorna in qualche modo alla perla di saggezza di Lando, anche se non so come esca il collegamento fra Charles e la merda. Tutto si può dire di quel principino, tranne che sia associabile alla merda. 
- Non si tratta di fare il predatore! A che diavolo serve consegnarsi così platealmente se qua c’è anche il suo ragazzo? È ovvio che quello dà per scontato che si riferiva a lui! Quando Charles vuole provocarmi sa come fare e credimi che non lo fa davanti agli altri! 
Quest’ultima mi è scappata perché quando mi rilasso con persone che inizio a considerare amici, non attivo nemmeno quel quarto di neurone che ho nel cervello. 
- Ah sì? E come farebbe, sentiamo? Sono curioso di saperlo! 
Ovviamente tutti iniziano a provocarmi per saperlo e la gara va bella che nel cesso, tanto che sbuffando mi gratto la testa spettinandomela come fossi un cane rognoso con le pulci. Sembro matto e forse lo sono. 
Sospiro e li guardo cercando di minimizzare la cosa, non sapendo come fare per non dire troppo. 
Poi, quando mi rendo conto che non so come fare per non dire troppo, mando tutto a quel paese e vuoto il sacco. 
Non che poi ci sia molto da dire, comunque. 
- Innanzitutto aspetta che siamo soli. E poi aspetta un’atmosfera diversa da quella caotica che c’è di giorno. 
- Intendi di notte, quindi. - precisa George con l’aria da maestrino che vorrei cancellargli. Odio i secchioni. Li ho sempre bullizzati! 
Però mi trattengo. Se questi stronzi diventano miei amici non potrei dispiacermene, dopotutto. 
- Anche di giorno, ma non deve comunque esserci nessuno a rompere il cazzo. - ripenso a quando mi ha abbracciato dopo la sua vittoria in Belgio. Lì non eravamo proprio isolati, non c’era calma ed era giorno.
- Ma è mai successo di giorno? - insiste George convinto che io dica stronzate tanto per dire. 
Alla fine non posso che essere sincero, come sempre. Figurati se la mia lingua riesce a mentire. 
- Sì, ma comunque non è questo il punto! Deve esserci una certa atmosfera! - insisto infastidito da non so nemmeno io cosa. 
- Sì, come vuoi. - fa alla fine George capendo che tanto non ne usciremo mai. - E poi? 
A questo punto sono già pentito di aver ceduto alle confidenze. Che abbiamo, quindici anni? 
Mio malgrado proseguo pieno di nervi a fior di pelle. 
- E poi se non siamo sobri è meglio, ma non essenziale. 
- Quindi dovete essere ubriachi! Aspetta, cosa mi ricorda? - questa sottolineatura ironica è anche più irritante delle altre e a questo punto incrocio le braccia al petto e mi storco tutto col busto per guardare infastidito George accanto a me. 
- E allora, la smettiamo di rompere le palle? 
- Ma che sto facendo? - chiede l’inglese della Williams allargando le mani con aria da finto innocente. Spalanca i suoi grandi occhioni blu.
- Tu piantala ed io non ti infilo questo in gola! - con questo alzo il pugno chiuso e lui stringe le labbra cercando di non ridere, mentre dall’altro lato Lando lo sta facendo impunemente. A lui gli tiro un cuscino che ho sotto il culo, ma lui lo prende e preme la faccia continuando a riderci dentro. Adesso lo soffoco io! 
- Anche da sobri lo fa. - preciso seccato
- Ma poi fa cosa? Di che diavolo parliamo? È successo qualcosa fra voi o no? Avevo capito di no! - Alex parla supera George, che è impossibilitato a parlare se vuole rimanere con la bocca intatta. 
Sbuffo e scrollo le spalle gettandomi indietro con la schiena con un gesto di stizza, guardo in alto il soffitto della saletta tv che abbiamo occupato arbitrariamente. Tanto in hotel giriamo solo noi della F1, questa settimana, e possiamo stare relativamente tranquilli. 
Potevamo stare in camera di George ed Alex, effettivamente, ma questo televisore è gigante e qua c’è più spazio. 
- No, non è successo qualcosa nel senso che vi aspettate voi, ma è successo comunque qualcosa rispetto a come eravamo abituati ad avere a che fare uno con l’altro. 
- Cioè odiandovi? - e di nuovo George osa parlare, ma questa volta dice una cosa giusta e quindi non mi irrita. Lo guardo istintivamente male e lui di nuovo sgrana gli occhi per capire che ho, ma alla fine mi ricredo ed annuisco. 
- Sì, odiandoci. 
Lando smette di ridere e si sporge dall’altro lato del divano e mi guarda con aria interrogativa, di chi proprio non ce la fa più a seguirmi. 
- Ma non me la puoi semplificare? - mi implora. Alzo gli occhi al cielo. 
Mi correggo, questo è peggio di me prima di perdermi nel bel cazzo grande e perfetto di Daniel! 
- Ad un certo punto è iniziato questo interesse. Ci sono stati degli scambi dove c’era sempre una certa atmosfera, cose che per chiunque sarebbero nulla, ma per noi che siamo appunto abituati ad odiarci, è decisamente qualcosa. 
Più semplice di così gliela posso solo disegnare. A questo Lando annuisce. 
- E adesso a che base siete arrivati? - chiede come se adesso improvvisamente fosse esperto. 
Non avvampo perché non sono un ragazzino inconsapevole, ma sto rodendo molto, perché mi brucia dare questa risposta. 
- Ma che base? Ci siamo solo abbracciati. - poi rendendomi conto che sembra patetico, aggiungo senza pensarci: - E mi ha annusato il collo! 
Ma solo dopo che lo dico me ne rendo conto. Alle loro occhiate.
George, Alex e Lando si sporgono tutti e tre in contemporanea e mi fissano convinti d’aver capito male. Effettivamente mi sono espresso male. O meglio poco. Come sempre. 
- Ti ha annusato il collo?! - fanno in coro tutti insieme. Se avessi tre pugni glieli tirerei tutti insieme. 
Sbuffo e guardo in alto irritato all’ennesima potenza. 
- Sì, gli piace il mio profumo! A Monza, la sera prima della gara, ci siamo beccati, eravamo entrambi allucinati per conto nostro e ci siamo consolati a vicenda. L’ho abbracciato e lui è rimasto lì finché mi ha annusato il collo. - mi sospendo, abbasso il tono e lo sguardo come tornando lì di nuovo, a quella magica notte a Monza. Poi senza rendermene conto né volerlo davvero, aggiungo piano e sommesso: - ci stavamo per baciare, credo. 
Al silenzio strano che ricevo, mi riscuoto e li guardo per capire che abbiano e salto sul posto spaventato guardando come mi fissano con occhi sgranati e carichi di interesse, come pendessero dalle mie labbra. 
Fra tutte le cose che avevo pensato di poter fare, non avrei mai immaginato di finire a confidare certe cose a loro tre. Ma del resto, a parte Daniel, non ho mai avuto nessuno in F1. Ma neanche nelle altre categorie. Non ho mai avuto legami reali con nessuno all’interno delle gare, il massimo è sempre stato Charles, ma in qualità di miglior rivale ed essere più odiato. 
Però non mi sembra male, questa cosa della confidenza. L’avevo già sperimentata per caso con Alex, forse per questo adesso sono propenso a farlo. Dopotutto è utile. Non sentire il parere di altri di cui non mi frega un cazzo che dicono, ma è l’esporlo ad alta voce a qualcuno, che mi chiarifica le idee e che mi fa bene. Sentire la mia voce che lo dice. 
- E alla sua festa? Vi abbiamo lasciato soli alla fine, lui era fradicio ed anche tu penso non fossi tanto in te. 
In realtà mi stupisce che Charles non gli abbia già detto tutto, anche se conoscendolo è più probabile che loro glielo abbiano chiesto e che lui abbia glissato con la sua abilità tipica. 
- Era troppo ubriaco. Abbiamo fatto discorsi da maiali e poi mi ha detto che voleva scoparmi ma che non riusciva a stare in piedi, perciò l’ho portato in albergo e mi sono assicurato che finisse steso nel letto. Lì mi ha di nuovo annusato il collo. Mentre cercava di aprirmi i pantaloni senza successo. Poi è crollato. 
Detta così sembra niente, ma io so che per lui è tanto, specie perché passa tutto il suo tempo a controllarsi, soffocare, nascondere e vedere come sarebbe se si lasciasse andare, mi manda in delirio. 
Lo voglio troppo. Ma da sobrio. 
- Discorsi da maiali? Non me lo immagino! Sembra sempre così composto! Già quella sera che ballava e rideva mi sembrava strano. Poi l’ho perso di vista perché mi sono fatto Carlos! 
E su Carlos sappiamo già tutto. Anche la lunghezza del suo cazzo. Quello è uno che condivide anche troppo. A Lando, però, che finalmente non ha parlato ridendo come prima ma stranamente serio, risponde Alex con altrettanta serietà.
- Charles da piccolo era molto allegro e solare. Era molto diverso da com’è ora. Adesso è composto e prevalentemente serio e concentrato sui suoi doveri che vengono prima di ogni cosa. - la conoscenza di Alex su Charles mi colpisce ed improvvisamente lo guardo pendendo da lui. Ne abbiamo già parlato, ma tutte le volte mi colpisce. Mi sono perso la parte più sconvolgente di Charles. Il momento preciso del suo cambiamento. 
- La morte del padre? - Lando come probabilmente tutti sanno fin troppo bene le sue cose. 
Alex annuisce e George interviene. 
- E Jules Bianchi. Era legatissimo anche a lui. 
Alex prosegue: - Pierre ha vissute più di noi quei suoi momenti terribili, è sempre stato come un fratello per lui. Sono molto legati da sempre. 
Non so perché lo dice e forse non lo sa nemmeno lui. Forse un promemoria per me. 
- Se ora sono diventati anche intimi, quale che sia il motivo, cioè l’ennesimo lutto, non so se ci sarà un modo per separarli. - George è crudele nella sua onestà senza filtri. Come sempre. Alex lo guarda sorpreso che abbia detto una cosa simile, mentre Lando riflette fra sé e sé. 
Io lo guardo corrucciato, improvvisamente né contento di confidarmi, né imbarazzato. Sono solo dilaniato. È come un pugno in pieno viso. Non me lo sarei mai aspettato. 
Più che altro non mi sarei aspettato di sentire questa verità in faccia. 
Perché è vero. È così come dice, in effetti. 
È terribilmente vero ed è esattamente ciò che mi ha scavato dentro come un piccolo cancro che non ho voluto notare perché scomodo, rognoso e fastidioso. Perché non saprei come estirparlo. Perciò è meglio far finta di nulla. 
Però le sue parole mi costringono a guardarlo, quel piccolo cancro. 
È vero. Ha ragione. C’è la fottuta possibilità che questi due ora non si lascino più. 
Charles l’aveva messa giù come un errore di cui si era reso conto tardi e che non sapeva come, ma che voleva sistemare. Ne abbiamo parlato a Monza, lo ricordo molto bene. 
Ma forse si sbagliava ed ora continuano a stare insieme perché si rende conto che invece è la giusta evoluzione del loro rapporto. Come crede Pierre da praticamente sempre. 
- Ma Charles a qualcuno ha mai confidato qualcosa? - chiede improvvisamente Lando ancora in modalità seria ed interessata. È strano vederlo così perché sembra un ragazzino pronto solo a ridere e dire cagate, cosa di lui che adoro, ma in realtà ha questi momenti di maturità che non sembrerebbe in grado di avere. 
- Figurati! Lo vedi anche tu nel gruppo, no? 
Lando alza le spalle. 
- Sì, ma magari con voi può aver parlato, che ne so! 
- No, non si confida. Si confida solo con Pierre, da quel che so. 
E piantatela di dirlo! 
Alzo gli occhi al cielo sofferente e con uno scatto mi riappoggio allo schienale, incapace di guardarli ancora. Mi sento soffocare, devo andarmene, peccato che il tifone renda leggermente impossibile l’ipotesi di uscire. Ma quanto cazzo mi farebbe bene ora correre in macchina, una vera? 
Correre e non pensare, scappare da questi cazzo di pensieri di merda. Come diavolo mi sono ridotto a questo, si può sapere? 
Voglio solo scoparlo, che diavolo deve fottermi di tutte queste stronzate? 
- Comunque dubito che tu voglia altro da lui che scoparlo! - a questa sparata di Lando, lo guardo meravigliato attraverso le teste di George ed Alex seduti fra noi. Lui si protende per guardarmi e capire cosa penso. Io annuisco subito con aria scontata. 
- Certo! Voglio solo scoparlo! 
Lando alza le spalle spalancando gli occhi. 
- E allora che te ne frega di Pierre e di tutti i casini connessi? Se da ubriaco ti ha detto che ti avrebbe scopato, fidati che lo farebbe pure da sobrio, solo che ha troppo controllo per farlo. Ma questo non significa che non lo farà mai. Insomma. Se uno vuole una cosa, la vuole a prescindere. Può credere che sia meglio di no o decidere di non poterlo fare per chissà chi, ma la realtà è che chiunque voglia scopare con un altro, se messo nella giusta condizione, alla fine lo farà senza Santi che tengano! E questo lo dico anche io per esperienza personale diretta! 
Con questo lungo ma interessante monologo, Lando conclude con un sorrisino allusivo soddisfatto ed è qua, in questo scambio di sguardi significativo a distanza, che capisco che l’ho trovato. 
La mia anima gemella, un amico. Una persona che sia solo ed esclusivamente questo, senza altre implicazioni di mezzo. 
Lando mi ha perfettamente capito ed ha detto precisamente quello che volevo sentirmi dire. 
- Ma sì, cazzo. Pierre è un fottuto problema di Charles, non mio. Io voglio solo scoparlo, so che anche lui lo vuole. Questo è il solo fatto che per me conta ed è ciò che in qualche modo otterrò. 
- Il suo cazzo? - dice poco finemente Alex passando velocemente da una modalità all’altra senza farsi problemi. 
- Il suo culo! - preciso io implicando che non starò mai io sotto! 
- Ah perché tu pensi che Charles sarà il passivo? Ma che carino! - George ha di nuovo ripreso ad irritarmi con le sue cazzo di verità ed io per non dargli veramente quel famoso pugno, gli metto una mano in faccia e mi alzo mandandolo a cagare apertamente. 
- Fottiti Russel! Albon vuoi pensarci tu per me, per cortesia? Un favore da compagno di team? 
Mentre lo grugnisco me ne vado e su George che replica con lo stesso tono da saputello: - Ah perché tu pensi che sia Alex a fottere me? Ma che carino! - rispondo con un dito medio ed il coro di risate si leva dal divano che ho abbandonato. Prima di sparire in ascensore ed andare su, lancio loro un’ultima occhiata ed è su Lando che mi soffermo. 
Ho scoperto un bel rapporto anche con loro e ne sono felice, non me l’aspettavo e soprattutto non credevo d’averne bisogno e che mi piacesse tanto, anche se con Daniel l’avevo già assaggiata una cosa simile, prima di farmelo. 
Lando devo dire che ha qualcosa in più, è proprio come me in una certa maniera. Ha quel qualcosa che gli permette di capirmi meglio degli altri, che invece sono più amici di Charles e capiscono meglio lui. 
Mentre entro nell’abitacolo di latta che si apre, un sorrisino meravigliato e soddisfatto si dipinge sulle mie labbra. 
Dopotutto non un pomeriggio buttato completamente nel cesso.”


Note: abbiate pietà, non sono una gamer, non ho idea di come possano aver fatto gare online quel pomeriggio, però so che l'hanno fatto. Non so se poi abbiano giocato in qualche camera o lì come li ho scritti io, ma poco importa quel dettaglio. Così come è vero che quel sabato non hanno potuto fare le qualifiche in Giappone perché c'era un tifone. Si sa che inizialmente loro non erano un vero e proprio gruppetto, o meglio: Alex, George e Charles lo erano, così come Alex, George e Lando, perciò una volta ritrovatisi tutti insieme in F1 il quartetto si è facilmente riunito. Max non faceva proprio parte di quel gruppo, lo è diventato (parzialmente) nel corso delle stagioni, così ho pensato di dover inserire questo aspetto che ritengo importante per la sua crescita. Si sa che poi lui e Lando sono diventati molto amici, perciò non ho inventato nulla. 

Udite udite, ho finito di scrivere tutta la fic e conta 150 capitoli (più il prologo). Cercherò di pubblicare almeno un capitolo a settimana, farò il possibile per velocizzarmi, ma siccome lavoro ed ho impegni non posso sempre garantire regolarità. Spero continuiate a seguirmi perché come già detto, ora inizia la parte veramente interessante. Grazie a chi legge. Baci Akane