4. CONCLUSIONE
Il turno successivo discussero per l’ennesima volta su chi dovesse farlo, visto che il primo tiro l’avevano fatto Rade ed Ante e non sarebbe stato giusto farlo rifare ad uno dei due di già.
Stavano per valutare se ricominciare da capo ma all’aria omicida di Sandro e al suo inferocito: - E tanto che cambia se ricominciamo? Abbiamo messo dentro una sola pallina! UNA! Rifare tutto è solo una stupida perdita di tempo, cazzo!
Vedendolo decisamente esaurito, Brahim gli mise in mano il suo bicchiere per farlo bere e Rafa dall’altro lato gli carezzò la testa come fosse un cucciolo che abbaiava ad un gatto impertinente.
- Dai, dai, non fa niente, tirate come volete!
La vena di Sandro iniziò a pulsare, ma si calmò quando bevve tre quarti di cocktail prendendosi anche in mano un ghiacciolo e passandoselo sulla fronte sudata e dolorante.
Stava per scoppiare, ma questo lo calmò. Sospirò e si appoggiò al tavolino dove c’erano i bicchieri, i cellulari e la cassa con la musica che ancora si susseguiva movimentata e allegra.
Quando una canzone che faceva ‘BUM BUM BUM, I WANT YOU IN MY ROOM, I WONNA DOUBLE ROOM’ irruppe con Sandro che faceva uno spettacolo inconsapevolmente porno col ghiaccio sul viso, sul collo e sul torace nudo distraendo tutti, ma proprio tutti, Rafa guardò Brahim.
- Che dici, una cosa a tre con lui ti va?
Brahim fece un’espressione da ‘perché no’ e stava anche per dirlo quando Sandro senza smettere di rinfrescarsi col ghiaccio, gli fece il dito medio.
- Tirate o devo darvi io una mano?
- Beh, se vuoi... - a Theo sfuggì come sfuggiva qualunque cosa gli uscisse dalla bocca, ricordandosi improvvisamente perché se l’era fatto quando si era lasciato con Daniel.
Non ci fu risposta perché gli arrivò una stecca in testa che per miracolo non gli venne spaccata.
- Scusa amore. Scherzavo. - così dicendo Theo proseguì verso Simon facendo finta assolutamente di niente.
Sandro scosse il capo alzando gli occhi al cielo pensando che quello scemo non ce l’avrebbe mai fatta a rimanere con Daniel a lungo.
“Fra un paio di mesi si lasciano!” decretò convinto con la complicità dell’alcool che iniziava a fare effetto.
Si concentrò sullo spettacolo offerto finalmente da Theo e Simon, con Rafa e Brahim che li filmavano sotto occhiate feroci di Zlatan e Daniel; non si pentì minimamente della sua scelta di accoppiarli così.
Si morse il labbro finendo poi per succhiarsi il ghiacciolo che si stava ormai sciogliendo nelle sue dita particolarmente accaldate. Le goccioline scivolavano sul mento e sul collo, ma lui con occhi lascivi e vogliosi non si fermò né staccò mai lo sguardo dai due protagonisti piegati sul tavolo.
Mentre tutti erano fissi su di loro, assetati alla stessa maniera, Olivier preferiva filmare Sandro in quelle condizioni a dir poco pornografiche, per niente da meno degli altri due.
Theo si mise dietro Simon, ma non fece il prepotente stile Ante.
Individuò la pallina e la buca, studiò la posizione e la tattica. Era particolarmente vicino alla otto che non doveva essere toccata. Rimase pensieroso a fissare il tavolino verde e dopo aver individuato la tattica giusta si mise dietro Simon, lo prese per la vita e lo invitò ad abbassarsi avvicinando la bocca da dietro al suo orecchio. Con aria volutamente maliziosa, consapevole che sì lo stavano filmando, ma che Sandro dall’altra parte se lo stava letteralmente divorando immaginando d’avere lui al posto del ghiacciolo.
Niente, non ci riusciva proprio a non provocarlo.
- Giù. - sussurrò. Simon, che non gli piaceva essere comandato, lo accontentò e si piegò in avanti portando la stecca sul tavolino da gioco con sé. Mise una mano sopra su cui posò la punta sottile, mentre con l’altra tenne la base più grossa in quella che sapeva era la posizione solita.
Da lì Theo si piegò subito dietro di lui, con un piede gli allargò le gambe, con un ginocchio contro il suo lo invitò a piegarlo un po’, mentre una mano sistemava quella sul tavolo rimanendo appoggiata lì vicino.
La destra andò a prendere la stecca alla base, attaccandosi alla sua, infine si appoggiò con tutto il corpo sul suo. Lo fece bene, nell’unico modo che si poteva fare per tirare in due a biliardo.
Consapevole che a momenti Sandro sarebbe venuto e probabilmente molto altri dietro di loro, appoggiò il mento alla sua spalla.
- È così necessario che i tuoi genitali aderiscano tanto al mio didietro? - disse Simon piano, calmo ma anche con un che di seducente e sotto voce.
- No che non è necessario! - sibilarono Zlatan e Daniel.
- Oh, sì che lo è! - asserirono invece esaltati Rafa e Brahim girando di lato per riprendere meglio la loro posizione.
Anche Alexis stava facendo una foto ai due, mentre Rade ed Ante comunque non gli staccavano gli occhi di dosso.
In effetti dovevano ammettere che era perfetto.
- Concentrati adesso. - sussurrò Theo come se davvero dovesse fare qualcosa di altamente importante e complesso.
- Difficile visto che sto anche capendo quanti centimetri sono.
- Saranno di meno, dopo. Perché glielo taglio. - Daniel per poco non fece saltare tutta l’aria erotica, ma Theo non si deconcentrò sebbene Simon si aprì in un sorriso divertito che abbellì l’inquadratura già molto bella di suo.
- Dobbiamo essere precisi e delicati, perciò sta morbido e lasciami guidare.
- Di solito guido io.
- Non qua. Adesso zitto.
- Porta rispetto per tuo Genitore.
- Ti porto rispetto. Lo vedi che siamo vestiti? Potevo togliermi la maglietta.
- E potevi perdere il fidanzato. - ribatte ancora dietro Daniel.
- Avevi detto che non c’erano ripercussioni.
- Ragazzi, quanto durerà questo tiro? - brontolò Ante che iniziava a seccarsi.
- Il necessario, devo essere concentrato. - rimbeccò Theo rimanendo sempre in posizione, premuto da dietro su Simon immobile come una splendida statua di ghiaccio.
Ci godeva, non poteva nasconderlo.
Zlatan glielo leggeva bene negli occhi. Nessuno glieli sapeva leggere, ma lui sì.
Brillavano famelici, divertiti e sensuali.
Sandro ormai stava per morire, aveva un’erezione così evidente che appena si sarebbero staccati, avrebbe dovuto rimediare in qualche modo, ma ipnotizzato com’era in quel momento non riuscì a smettere di fissare.
Era come un video su pornhub, uno di quelli che ultimamente vedeva spesso perché altrimenti impazziva. Solo che lo vedeva dal vivo.
Il ghiaccio era sciolto e ne prese un’altro alla cieca, per fortuna gli venne subito su fra le dita. Tornò a passarselo lentamente sulle labbra, sul mento, sul collo, poi di nuovo sulle labbra a succhiarlo. A farlo sciogliere. A lasciare che le gocce finissero sulla sua pelle accaldata.
Finalmente Theo tirò, fu delicato e preciso e la pallina andò in buca.
Si sollevò lasciando la stecca e Simon per sollevare le braccia in alto in segno di vittoria, ma quando lo fece Simon rimase piegato sul tavolo, momentaneamente privo di forze.
Zlatan lo guardò con un ghigno divertito rendendosi conto che la vendetta gli si era ritorta contro.
- Che c’è, ti gira la testa? Non riesci ad alzarti? Hai bevuto troppo? - lo provocò Zlatan maligno. Simon si morse il labbro mentre l’ondata di calore provata inaspettatamente per colpa di Theo e del suo inguine un po’ troppo notevole, si abbatté su di lui rendendogli impossibile l’auto gestione così com’era abituato.
Una canzone particolarmente sensuale e ritmata partì dalla cassa e Simon scuotendo il capo, imprecò.
- Fanculo! - Simon si alzò di scatto, lanciò la stecca sul tavolo come ad arrendersi e lanciando un’occhiata truce a Theo con un sibilante: - Me la pagherai ragazzino! - prese per mano Zlatan e lo tirò via trascinandolo letteralmente fuori dalla sala biliardo.
- Ragazzi, io e lui ci prendiamo una pausa, andate pure avanti senza di noi!
- Serve anche a te la pausa, Sandro? - chiese malizioso Olivier chiudendo il video su di lui che riscuotendosi dai sogni erotici ad occhi aperti si infilava il ghiacciolo nelle mutande.
- No no, non serve, tutto a posto!
Stava morendo, dalle stelle alle stalle con uno shock termico non indifferente, ma per fortuna aveva limitato i danni.
Alexis vedendo che Olivier aveva stranamente ripreso lui invece che loro, si avvicinò al suo telefono per vedere a cosa si riferiva.
Quando guardò il video, spalancò gli occhi ed avvampò.
- Oh! - sbottò senza parole e fiato.
Sandro si girò di scatto realizzando che non era niente di buono e solo quando si ritrovò davanti alla faccia il telefono di Olivier che gli mostrava il video che gli aveva fatto poco prima, capì di essere nella merda.
Imprecò istintivamente e fece per prenderlo con il chiaro intento di cancellarlo, ma Olivier con ottimi riflessi lo spostò in tempo. Rafa fu ancor più veloce e glielo prese per vedere e quando lui e Brahim ebbero buona visione di quanto ripreso, fischiarono pieni di ammirazione.
- Apperò... spettacolo quei due là, ma lui mica da meno... io questo video lo voglio!
Rafa se lo inviò da solo.
- Anche io lo voglio! - e lo inviò poi anche a Brahim mentre il telefono passava a Theo, Daniel, Ante e Rade.
Rade avvampò come aveva fatto Alexis, mentre Daniel diventava un tantino livido e Ante si complimentava spontaneamente per il suo show.
- Niente da invidiare a loro. Complimenti, hai un futuro.
Sandro voleva morire e sprofondare e per rimediare a questo desiderio, bevve il resto del cocktail che rimaneva dandosi da solo il colpo di grazia.
Theo, per miracolo, non disse nulla.
Poi in segreto si sarebbe fatto mandare il video da Brahim. In molto segreto.
Per quanto amasse Daniel e volesse stare con lui, non sarebbe mai stato totalmente indifferente a Sandro.
Si salvò però perché riuscì a non dire proprio nulla e forse anche quello non fu una gran trovata.
- Non ha nulla da dire tua bocca larga che non te ne perdi mai una per mettere gli altri in imbarazzo e divertirti? - disse velenoso Daniel trovando troppo sospetto quel suo eccessivo silenzio.
Theo lo guardò fintamente innocente, non sapendo effettivamente che pesci prendere.
- Non ho assolutamente nulla da dire! Ho apprezzato lo spettacolo anche io! Tutti l’avete apprezzato! Anche tu!
Con questo gli indicò il suo inguine un po’ più gonfio del solito. Daniel, che non si era eccitato guardando il video di Sandro ma bensì immaginandosi al posto di Simon con Theo spalmato dietro, lo uccise con lo sguardo capendo che il suo ragazzo invece aveva apprezzato proprio lo spettacolo di Sandro, ma poi sospirò decidendo che era meglio bere e lasciar perdere le tensioni almeno quella sera. Probabilmente Theo avrebbe sempre avuto un debole segreto per Sandro e Daniel doveva conviverci ricordandosi che comunque alla fine aveva scelto lui.
- Sì si, parla parla... - brontolò mentre pensava a come vendicarsi senza rialzare tensioni.
Decisero di far passare il turno agli altri in quanto Theo era orfano di Simon, così approfittarono Olivier ed Alexis che fecero una bella lezione di posizioni che non avevano tanto a che fare con il biliardo ma più col kamasutra.
La coppia felice gradirono quella versione del gioco, specie quello che stava sotto e realizzava il suo nuovo sogno erotico con Olivier ‘dietro e sopra’.
Nonostante la palla in buca, decisero per correttezza di far ripassare il turno all’altra squadra, consapevoli che prima avrebbero dovuto tirare ancora loro.
A quel punto Daniel si preparò prendendo la stecca e dando un’occhiata ad Ante.
- Sei pronto?
- Nato pronto!
Non aveva mire particolari su di lui, ma sapeva di doverlo aiutare a vendicarsi di non aveva capito bene cosa con Theo, perciò si sentì ben lieto di essere il loro oggetto di vendetta.
Di conseguenza prendendo sul serio il suo ruolo, lo fece alla sua solita maniera brutale e dura, per non dire eccitante.
Quando Theo guardò Ante mettere la mano sul collo di Daniel, per dietro e piegarlo deciso in avanti tenendolo per un fianco, fece una smorfia diventando livido.
Improvvisamente non gli piaceva più il gioco.
- Eccolo là! - esclamò Rade ridacchiando e scuotendo la testa. Ormai era abituato. Era fatto così, non ci poteva fare nulla.
Ante così mise le mani direttamente su quelle di Daniel invece di metterle vicine e sistemargliele. Appiccicò il bacino al suo fondoschiena e come se lo inglobasse sotto di sé, ci stava magnificamente in effetti lì sotto di lui, colpì la pallina che andò in buca senza grossi problemi.
Daniel piegò le labbra all’ingiù ammirato e compiaciuto prima di sciogliersi. Annuì col capo mentre si girava verso di lui, si guardarono per un momento da vicino sfiorandosi i visi involontariamente, si sorrisero e a quello non solo Theo impallidì aggrottandosi preoccupato, ma anche Rade.
- Ok, bravi, basta così! Adesso tirano loro di nuovo! - sbraitò infervorato Theo indicando gli altri, afferrò in fretta Ante per il braccio e lo sollevò per riprendersi Daniel che rideva.
- Oh, adesso vi capisco e non vi biasimo più! Ha proprio un suo perché tutto questo gioco di coppie scombinate! Ben fatta, ragazzi! Ottima sceltaaaah! - Daniel non riuscì a finire la frase che venne prelevato da Theo il quale lo staccò a forza dal tavolo da biliardo e se lo appiccicò addosso acchiappandolo fra le braccia, lo cinse da dietro come una guardia del corpo iper protettiva e fissò truce Ante.
- Giuro che se non la pianti di turbare la sanità mentale e sessuale degli altri, ti taglio le palle!
- Provaci. - fece penetrante e duro come una lama d’acciaio, in onore dei bei vecchi tempi. Gli occhi azzurri di Ante sfidarono quelli inferociti di Theo, mentre Daniel ridendo gli baciava la guancia rabbonendolo.
- Dai amore, grazie a questo nessuno si vendicherà di nessuno e stasera tromberemo come maiali! Dai, fate il vostro tiro poi seguiremo l’idea di Uno e Due!
Volente o dolente anche lui aveva finito per chiamarli come faceva Theo, il quale dietro di lui si rilassò ammorbidendosi nel stringerlo a sé invece che soffocarlo.
Ante fu calmato da Rade che gli mise un braccio intorno alla schiena, questi lo svegliò e smise di squartare Theo per agganciare il collo del suo ragazzo col braccio.
Olivier ed Alexis erano lì per grazia divina perché erano di nuovo più presi da loro che dal gioco, abbracciati a sbaciucchiarsi più che mai.
A quel punto Brahim e Rafa si guardarono per poi guardare Sandro.
- Beh, siamo dispari, abbiamo tirato tutti tranne io... - fece Brahim per arrivare all’unica ovvia conclusione.
- E siccome il gioco è scombiniamo le coppie... - proseguì complice Rafa il quale voleva lo facessero anche loro per non rovinare l’atmosfera dopo che prima si era spalmato sul bel Sandro.
Non finirono la frase, non ce ne fu bisogno.
Brahim prese Sandro per mano, ancora ancorato al tavolo mentre si spalmava di ghiaccioli tutti sciolti sul proprio torace nudo; pensando di dover usare più forza per obbligarlo a stare al loro gioco, si ritrovò d’improvviso a perdere la presa sul suo ex e sopra la musica si levò un grosso tonfo.
Tutti smisero di perdersi ognuno nel proprio compagno e si girarono in direzione del tonfo, preoccupati, per poi realizzare che Sandro era finito per terra dopo la presa di Brahim, il quale era rimasto a fissarsi la mano vuota.
Scoppiarono prima a ridere, poi si avvicinarono preoccupati per capire se stesse bene.
- San... Sandro? - chiamarono preoccupati.
Silenzio. Nessuna risposta.
- Sandro? - chiamò ancora, questa volta Olivier si chinò su di lui, gli prese il polso, lo sollevò e lo lasciò andare. Ricadde con un altro tonfo sordo, meno forte di prima. A questo punto lo girò prendendolo per la spalla e lui, come privo di vita, si abbandonò sulla schiena rivelando un Sandro totalmente addormentato.
- Cioè dormiva già quando era in piedi... - fece Rafa curioso.
- ...o si è addormentato quando è caduto? - completò per lui Theo altrettanto curioso, grattandosi il mento con fare investigativo.
- No era sveglio quando l’ho afferrato per il turno di gioco... - rispose Brahim serio affiancandoli nella stessa posa da detective.
Daniel, accucciato accanto a Sandro insieme ad Alexis ed Olivier, gli lanciò un’occhiata tremenda ammonendoli, poi scosse il capo alzando gli occhi al cielo e guardando Olivier, disse: - Dai, aiutami a portarlo di là su uno dei divani.
Così dicendo, i due si presero un braccio per parte e se lo issarono intorno al collo, sollevandolo.
Questo ebbe il potere di cancellare tutto l’alcool che Daniel tendenzialmente non reggeva molto e in men che non si dica, si ritrovò di nuovo lucido ed in sé.
Una volta tirato su, realizzarono che Ante e Rade erano già andati per la loro strada a consumare, ben presto imitati da Brahim e Rafa e, una volta sistemato il povero Sandro in salotto, anche dagli altri quattro rimanenti.
Simon aveva afferrato il polso di Zlatan, più che la mano.
Poi di prepotenza l’aveva trascinato fuori dalla sala biliardo alla ricerca non di una camera od un posto appartato, ma di qualcosa di preciso e specifico.
Molto specifico.
Zlatan lo seguì senza capire cosa avesse in mente e perché non andasse su alle camere, che probabilmente ormai erano chiuse, oppure perché non puntasse ad un bagno o qualcosa di simile.
Anche la sala del camino o quella della televisione andava bene, sebbene quella del camino fosse stata adibita a banchetto e fosse piena di cibo, bottiglie e resti di consumazioni vari.
- Simo, dove diavolo stiamo andando? Dobbiamo solo trombare!
Simon non lo degnò di una risposta, continuando ad arpionarlo per il polso andò dritto al ristorante vuoto, chiuse le porte alle proprie spalle, imprecò per la mancanza di una chiave che potesse assicurargli la privacy che voleva, imprecò di nuovo come non era assolutamente da lui ed infine lo lasciò andando al primo tavolo a tiro.
I tavoli erano rotondi di varie dimensioni, vuoti e liberi.
Senza guardarlo nemmeno per un secondo, si aprì i pantaloni e se li abbassò il necessario senza spogliarsi, infine si piegò sul tavolo appoggiandosi sopra con le mani. Si morse il labbro e si girò col capo verso di lui, altamente seccato ma soprattutto ancora altamente eccitato.
- Cos’è, te lo devo anche succhiare per fartelo venire duro? Sono sicuro che prima, quando mi guardavi con Theo, ce l’avevi già pronto!
Zlatan per un momento rimase estasiato oltre che brevemente shoccato per quella versione in calore di Simon, ma decise di non aspettare troppo per non rischiare di raffreddarlo.
- E dopo di questo ho visto tutto!
Soddisfatto più che mai e con un ghigno divertito e malizioso insieme, Zlatan si abbassò i pantaloni neri della tuta che portava, si tirò fuori l’erezione che in effetti era già dura e sputandosi poco finemente sulla mano, se la strofinò bagnandoselo il necessario. Mentre con una mano faceva questo, con l’altra si faceva largo in lui dopo essersi succhiato anche le dita.
Simon appiccicò la guancia al tavolo masturbandosi ed imprecando ancora.
- Oh Dio, muoviti! - brontolò seccato come non lo era mai stato!
Zlatan sogghignò compiaciuto.
- E Dio si muove! Pensavo volessi mettermelo tu!
- Oh, ho sentito tutti i centimetri più che dignitosi di Theo crescere nel mezzo del mio culo, da tanto che era premuto addosso ed eccitato. E credimi che se fossimo stati soli lui non avrebbe aspettato così tanto a scoparmi!
Non servì dire altro, Zlatan indispettito si incupì per un attimo.
- Ah, la metti così?
Simon non ebbe modo di rispondere perché finalmente Zlatan lo prese per i fianchi e con una spinta decisa e fluida gli fu dentro.
Brutale, più che altro.
Molto decisa.
Una sola e fu tutto in lui. Simon si inarcò tendendo tutti i muscoli, la nuca all’indietro ed un sospiro di sollievo. Zlatan allungò una mano e sciolse i capelli biondi di Simon legati ormai male intorno all’elastico basso. Le ciocche chiare si liberarono rimanendo selvaticamente piegate in modo poco elegante, ma a lui piacquero da matti, come piaceva tutto di lui.
Sorrise, si morse il labbro ed iniziò a muoversi e spingere.
Ad ogni colpo Simon gemeva più forte incitandolo a non fermarsi, si rese conto che dopo un primo momento di godimento, era tornato a stimolarsi da solo e questo piacque ancora di più a Zlatan che si unì a lui nei gemiti, aumentando il ritmo e l’intensità delle spinte fino a che non raggiunsero l’orgasmo uno dietro l’altro, con enorme e sconvolgente soddisfazione.
Rimasero qualche istante fermi lì a realizzare di essere arrivati, ad afferrare ogni brivido di piacere che si espandeva in loro a macchia d’olio come se fosse nel loro sangue, nei loro polmoni.
Un piacere che gli offuscò la mente per un po’.
Zlatan poi uscì febbrile prendendolo per la vita e alzandolo verso di sé, se lo appoggiò addosso, lo cinse da dietro infilando le mani sotto la camicia mezza slacciata e gli baciò l’orecchio.
Per un momento si era chiesto se fosse davvero troppo brillo o addirittura ubriaco. Probabilmente mentre Theo gli si spalmava addosso eccitandolo lo era stato, ma non poteva fargliene una colpa.
Theo era un gran bel ragazzo. Anche lui ci aveva fantasticato ogni tanto.
Adesso però no, si disse. Adesso era in lui, molto eccitato e soprattutto molto soddisfatto.
Simon girò la testa verso di lui, cercando ansimante la sua bocca. Prima di unirle si guardarono tornando finalmente al presente, in quella sala da pranzo di Milanello.
Alla fine avevano lasciato il loro marchio anche lì. Doveroso, dopotutto. Erano i padri del Milano. Genitore Uno e Genitore Due.
- Ti saresti fatto Theo, eh?
- E lui si sarebbe fatto me, credimi! - replicò malizioso ma finalmente totalmente soddisfatto, abbandonato contro di lui, fra le sue braccia.
I pantaloni e i boxer ancora leggermente bassi nelle parti usate, per il resto un po’ scomposti per il caldo ed il divertimento, ma fondamentalmente vestiti.
- Non c’è nessuno di loro che non ti faresti? - fece poi Simon carezzandogli le labbra con le sue, stuzzicandolo prima di aprirle e cedergli la lingua.
Zlatan fece un sorrisino malizioso.
Pensò a Brahim che si era fatto quella famosa notte dove poi era scoppiata una delle loro guerre mondiali. Ma no, non se lo sarebbe fatto di nuovo.
Pensò a Theo, qualche fantasia ma niente che lo spingesse a farselo.
Ante non era il suo tipo anche se riconosceva che era un bel ragazzo.
Abbassò gli occhi scuri sui suoi chiari che lo guardavano appoggiato a lui e alla sua spalla, ancora malizioso. Le loro mani unite sotto la camicia di Simon.
- Solo te. Ripetutamente. Senza fine. In tutte le posizioni!
Al compagno quella risposta piacque ed infatti con un bel sorriso realizzato e appagato, gli concesse le labbra venendogli incontro con la lingua.
- Ti amo, Zlatan. - sussurrò ritirandosi per poi tornare ad intrecciarsi a lui.
- Ti amo anche io, Simon. - rispose lui facendo la stessa cosa. Infine lo strinse forte con le braccia e togliendogli il fiato, fece totalmente sua quella bocca così saccente e sensuale di natura.
Una di quelle notti perfette nonostante le lacrime ed il profondo significato di quella festa.
Una gran bella notte perfetta.
Simon e Zlatan li guardavano dal divano, seduti accanto alla testa spettinata di un Sandro che russava ancora.
Si erano assicurati fosse ancora vivo.
La musica ancora prorompeva dalle casse, si erano spostati tutti nel salone insieme a quel che rimaneva del banchetto quasi del tutto consumato, ma non c’era solo la musica e Sandro che dormiva nel divano accanto a loro.
C’erano anche i ragazzi, tutti i loro figlioli, che ballavano.
Perfino Rade stava tenendo Ante obbligandolo a fargli da palo mentre si divertiva a strofinarsi addosso e la cosa non pareva dispiacere affatto al suo amico croato, specie alle sue mani che stavano ben appollaiate sul suo fondoschiena.
Scene simili si stavano verificando anche con le altre coppie, ognuno preso dal rispettivo fidanzato, a muoversi allegramente e a ritmo di musica, chi più sensualmente, chi più entusiasta, chi più rigido come un manico di scopa.
Ma nessuno si era ancora esaurito né tirato indietro, mentre fuori dalle finestre di Milanello il mondo sorgeva di nuovo.
L’alba di una nuova giornata che avrebbe segnato un punto indelebile e definitivo nelle loro vite, gli venne incontro in sordina, ma nessuno se ne accorse.
In quel momento erano tutti lì insieme a ballare nel centro del salone di Milanello, in quello che per loro era stato un anno, nonché un periodo, incredibilmente intenso e bello al tempo stesso.
Un periodo di svariate stagioni dove tutti in un modo o nell’altro erano cresciuti e si erano divertiti, ne avevano passate tante, avevano sofferto, pianto, gridato e avevano scoperto il piacere in ogni sua forma.
Avevano amato in tanti modi, si erano scoperti, avevano instaurato rapporti.
Erano cresciuti e maturati.
Erano diventati forti e uomini.
Zlatan e Simon li guardavano sereni e contenti, ma anche stanchi nonostante non avessero giocato a calcio quella sera. Seduti insieme, le gambe di Simon su quelle di Zlatan, il suo braccio intorno alle spalle del compagno a tenerlo a sé. La mano di Simon distrattamente a carezzare i capelli scompigliati del povero Sandro, mentre fra sé e sé si augurava che anche lui il prossimo anno avrebbe provato un po’ di gioia.
Parlarono di loro e li guardarono tutto il tempo soddisfatti, fieri, orgogliosi di ognuno di loro, anche di chi doveva ricominciare da capo per dimostrare il proprio valore, chi ormai era alla conclusione del suo cammino più che lodevole e chi finalmente aveva imboccato il giusto percorso.
Sorrisero con gli occhi lucidi rivolti a loro.
- Abbiamo fatto proprio un buon lavoro, eh?
- Già...
L’avevano davvero fatto.
FINE
Note: fic e serie finita, quest'ultima l'avevo scritta solo per concludere in modo un po' degno, perciò a parte che scrivere dell'addio di Zlatan, non c'era altro oltre alla necessità di ridere e chiudere nello stile che ha caratterizzato la maggior parte della serie. Spero abbiate apprezzato, è stato strano rileggere tutto ora che è davvero tutto finito, quando scrissi quest'ultima fic non avevo idea di quanto realmente l'addio di Zlatan al calcio fosse l'inizio della fine, in qualche modo, però mi piace pensare che il bel legame costruito in quel gruppo, che l'unica cosa positiva che aveva era di essere affiatato e spensierato, proseguirà per sempre e che sapranno ritrovarsi, di tanto in tanto, senza perdersi del tutto.
Non ci sono seguiti e non ne ho programmati. In futuro probabilmente tornerò a scrivere un'altra delle mie serie milaniste come già tante ne ho fatte in passato su diversi giocatori e coppie, ma al momento siamo all'ennesimo punto e a capo, uno dei tantissimi momenti di cambiamenti e di svolta. Le epoche cambiano e si susseguono, io sto qua ad aspettare di vedere ciò che mi riserva questa squadra che mi fa sempre soffrire ma a cui continuo a tenere.
Ho amato tantissimo questi ragazzi, ma in particolare Theo, Daniel, Sandro, Zlatan e Simon e gli auguro a tutti tantissima felicità a prescindere dalle mie visioni irreali e folli. Spero che la mia serie sia piaciuta anche se so che l'hanno seguita in pochi fino alla fine. Comunque se volete sapere su cosa scrivo, su chi shippo e quando pubblico, seguite la mia pagina su FB. Grazie di avermi seguito. Alla prossima. Baci Akane