Voglio Il Tuo Profumo

CAPITOLO 2:

POSTUMI

zoro rufy

/ Give it to me – Furtado & Timberlake /

La mattina seguente arrivò con un mal di testa non trascurabile ed una confusione senza pari, per il capitano della ciurma del cappello di paglia.
Sarebbe stato anche abbastanza abituato ai soliti postumi della sbornia se non fosse per quella nuova strana sensazione che aveva a differenza degli altri giorni.
Era come un istinto, una consapevolezza… sentiva che era successo qualcosa la sera prima ma il caos gigantesco che albergava in lui ogni volta che provava a ricordarlo era veramente atroce tanto da farlo desistere. Fino ai due minuti successivi in cui ci riprovava!
- Ma cosa mai avrò fatto? –
Si disse con voce impastata mentre gli arrivava agli orecchi ferendoli. Una smorfia di dolore gli fece uscire un lamento che si trasformò presto in un trascinarsi fino alla cabina di Chopper alla ricerca di uno dei suoi magici rimedi anti postumi sbornia.
Per prima cosa doveva abbattere il mal di testa, poi avrebbe pensato a ciò che aveva fatto e non ricordava. Certo non era essenziale ma la sua era più che altro curiosità acuta, Rufy era certamente la creatura più curiosa del mondo e non esisteva che non ci fosse qualcosa che non ricordasse e che invece volesse ricordare.
Questione di principio, no?
- A pensarci bene… - Disse arrivato alla porta dell’interessato: - …chi mi ha riportato nella mia stanza? Ricordo solo che giocavo con Zoro, poi mi sembrava di essermi addormentato lì dopo qualcosa. Bè, basterà chiedere a lui! –
Ovviamente il fatto che pensasse ad alta voce era dovuto a molti fattori, primo fra tutti che odiava il silenzio ma anche stare zitto in assoluto. Nemmeno il mal di testa riusciva a vincerlo. Poi, comunque probabilmente non sapeva come si pensava senza esprimersi a voce!
Sentiva di essere sempre più vicino alla soluzione ma ancora non ci arrivava.
Il solito ritardatario, avrebbe detto Zoro.
- Prima guarisco e prima mi occupo anche di questo! Così passo un po’ il tempo! –
Era più che convinto di quello che diceva ed entrando nella cabina del medico di bordo, la sua aria da zombie stava già cominciando a svanire.
Chopper ci impiegò poco a rimetterlo in sesto, il vero problema si pose dopo, quando bello che attivo Rufy andò all’attacco!

Il giovane e affascinante spadaccino era sveglio da molte ore e seduto nel punto più alto della nave, sulla vedetta, guardava l’orizzonte calmo allenandosi ai pesi con aria assorta e imbronciata.
Sembrava arrabbiato per qualcosa, come al solito, e forse quella volta non si trattava di naturale inclinazione facciale. Quella volta sembrava proprio seccato da qualcosa accaduto la sera prima, peccato che addentrarsi nei suoi pensieri sembrava veramente molto difficile, vista l’impenetrabilità del ragazzo.
Stava alzando un peso da portata non trascurabile quando sentì le goccioline di sudore colargli lungo la pelle e solleticargli il torace dai muscoli tesi, anche quel giorno non sarebbe successo nulla da distrarre il suo capitano ed impedirgli di tormentarlo come passatempo…
- Porca miseria, magari Chopper ha un sonnifero per farlo dormire ancora un giorno intero! – Disse lugubre dando voce ai suoi pensieri.
Non c’era un gran baccano, quel giorno. Non fino all’ora in cui Rufy tornò a sentirsi perfettamente bene!
Già dalla porta che si aprì sbattendo comprese la pericolosità che la situazione stava assumendo e alzò gli occhi al cielo ignorando il sole che continuava a riscaldarlo dolcemente.
- Dai, mica si ricorderà… era completamente ubriaco! – Fece prima di sentire l’acuta voce del compagno trovarlo e avvicinarsi grazie al suo braccio allungabile.
- ZORO SEI LI! -
- No, è il mio fantasma! -
Mi piace stare con lui, essere ricoperto di tutte queste… attenzioni… però averlo solo come amico è atroce. Dovrebbe capire come funzionano certe cose fra le persone, cavolo!”
Si lamentò infine prima di sentire il consueto botto grazie allo scontro col ragazzo di gomma arrivato fino a lui senza controllare la spinta.
- RUFY! -
Quando riprese coscienza del suo corpo un garbuglio di braccia e gambe gli fece capire in che razza di situazione era… e le imprecazioni gli morirono in gola: erano praticamente abbracciati!
La posizione scomoda in quel piccolo spazio circolare che era la vedetta sull’albero maestro, risultò come una piacevole ma terribile tortura per Zoro costretto sotto Rufy a sentire quel contatto così poco casto.
Lo spadaccino era uno che aveva sempre un buon autocontrollo, eppure aveva dei limiti, limiti usciti proprio la sera precedente.
Ora, con la fonte del suo desiderio addosso a lui come era possibile rimanere indifferenti e non reagire?
Non reagire cedendo agli istinti e fare semplicemente ciò che desiderava?
Baciarlo, solo un altro bacio, come quello di sole poche ore prima, anzi, migliore. Un bacio consapevole.
Trattenne il respiro gonfiando il petto vigoroso e sotto le mani del moro divenne maggiormente sensibile, come lo fu il resto della sua pelle sentendo il respiro sul proprio viso. Arrossì violentemente.
Ecco cosa successe a Zoro in quella situazione imbarazzante.
Arrossì senza controllo sgranando gli occhi e cercando parole che non uscivano.
Perché, cosa devo dire? È lui che mi cercava. No?”
La sua logica inoppugnabile gli venne in soccorso e gliene fu grata… almeno sapeva di non dover dire nulla!
- Zoro! – Iniziò il ragazzo che non accennava ad alzarsi, dopo tutto stava comodo, lui.
- Eh? – Borbottò secco e veloce cercando di dimostrarsi naturale (quindi scocciato!).
- Devo chiederti una cosa! – Disse quindi senza muoversi.
- E dobbiamo parlare così o possiamo almeno alzarci in piedi? – Chiese brusco nella speranza di ottenere qualche buon risultato, lottando in realtà solo contro i propri desideri di maschietto!
- Bè, se vuoi… - Rispose spontaneo senza capire come mai a Zoro dispiacesse stare in quella posa. In fondo era piacevole, no?
Per lui lo era…
Ad un occhiata più attenta al suo viso così vicino, il ragazzo più grande si convinse a spingerlo via, cercando quella sua famosa forza di volontà che gli aveva sempre permesso di fare qualunque cosa con successo. Qualunque ad eccezione di prendersi Rufy!
Perché doveva essere così ottuso in campo amoroso, quel testone?
Possibile che non avesse istinti, desideri e bisogni?
Ma magari ne aveva… che poteva saperne lui?
Il fatto che fossero il 99 % delle volte in sintonia non voleva dire che dovevano esserlo anche in quel caso. Magari Rufy aveva i suoi istinti ma verso Nami o Nico Robin.
Ci pensò meglio mentre aggrappandosi al bordo dell’osservatorio faceva forza alzandosi col capitano sopra che continuava a guardarlo interessato.
Effettivamente con Nami c’era sempre stato un bel rapporto, poteva anche essere che Rufy fosse innamorato di lei e non lo sapesse nemmeno…
A quell’idea il viso si incupì ulteriormente e completando la mossa alla svelta cercò di mettersi il più lontano possibile da lui.
Essere innamorati di un altro ragazzo e nella fattispecie di Rufy era sicuramente la cosa più difficile che gli fosse capitato di dover affrontare.
Sospirò.
- Allora? – Chiese constatando che comunque un metro di distanza non era molto per evitare di saltargli addosso…
- Si ecco… ieri sera ho fatto qualcosa di diverso dal solito? -
Arrivò dritto al punto senza girarci troppo intorno.
In fondo non c’era nulla di male nell’indagare, se non ricordava qualcosa Zoro era certamente in grado di aiutarlo. Anche perché si trattava di qualcosa che aveva fatto a qualcuno durante i festeggiamenti, quel qualcuno era certo fosse lui (era sempre così...)!
Zoro qua sgranò nuovamente gli occhi impallidendo notevolmente. Allora qualcosa ricordava?
- Perché? – Chiese rimanendo ancora per poco in sé.
- Sono sicuro di aver fatto qualcosa di diverso dal solito… sai, ho questa sensazione da quando mi sono svegliato. È la sensazione che è qualcosa di importante, che dovrei ricordare! –
A volte poteva sembrare molto simile ad un bambino, Rufy, ma non lo era. Lo sembrava per l’approccio che aveva riguardo la maggior parte delle cose, un approccio semplice, onesto, puro e diretto. Però i ragionamenti, la volontà e i sentimenti, bè, quelli erano sicuramente quelli di un uomo.
Per questo, anche, Zoro aveva perso la testa per lui.
Lo spadaccino rimase serio e guardandolo più naturale negli occhi, senza l’agitazione di prima, si chiese cosa dovesse fare.
Non avere la sicurezza sull’esito di qualcosa che gli importava molto, non gli piaceva. Quando combatteva pensava sempre di vincere, ne era sicuro, o non avrebbe mai iniziato nulla. Però lì era diverso.
L’incertezza era totale e lo detestava, lo buttava completamente fuori.
Quello scambio di sguardi seri che si concedevano spesso per questioni importanti, fu significativo per entrambi tanto da dare certe risposte che avevano cercato prima di giungere a quel punto.
Lui mi aiuterà. Sono sicuro.”
Si disse Rufy avvicinandosi un po’ di più a lui, appoggiandosi al palo che reggeva la vela maestra e la postazione di vedetta, avvolgendolo con un braccio. Capiva che non era più il momento di scherzare, come capiva che quello che aveva fatto era effettivamente da ricordare.
Ecco perché Zoro decise ed estremamente sicuro disse facendo anche lui un passo in avanti fino a quel palo e mettendo una mano sulla sua, per appoggiarsi sullo stesso punto:
- Davvero non ricordi nulla? –
Rufy trattenne impercettibilmente il fiato sentendo bruciare la mano che il compagno gli toccava, avrebbe voluto guardarle ma non riuscì a staccare gli occhi dai suoi. Era una bella sensazione ma era più importante, ora, ricordare cosa aveva fatto a Zoro la sera prima. Solo lì capì quanto lo fosse…
- No. Ti prego aiutami a ricordare… -
Zoro ormai non aveva più dubbi e l’espressione di colui che aveva davanti parlava chiaro, c’era esattamente solo una cosa da fare.
- Lo vuoi davvero? –
- Si. – Rispose infine con fermezza. Sentivano molto quel contatto leggero, lo sentivano come appropriato e piacevole.
- Va bene, l’hai chiesto tu. Ecco cosa hai fatto ieri sera! –
Così dicendo Zoro fece un ulteriore passo in avanti e annullando la distanza, lasciando il palo al loro lato con le mani l'una sull'altra, mise l’altra sulla sua guancia accaldata e unì le labbra alle sue.
Fu un bacio diverso da quello della sera prima, fu molto più calmo e consapevole ed ancora una volta si ritrovò con gli occhi chiusi a godersi quel momento meraviglioso.
Rufy trattenne il fiato e socchiuse le palpebre dimenticandosi ogni altra parte del corpo che non fosse la bocca. Concentrandosi unicamente su quell’incontro di labbra e di lingue che si toccavano esplorandosi e facendo conoscenza, una conoscenza originale che non gli sembrava di aver mai fatto prima. Qualcosa di nuovo ma estremamente bello e divertente, quasi.
Poteva sembrare una lotta per la supremazia se non fosse stato per la dolcezza insolita di Zoro nel condurre quel.. gioco… o come si chiamava.
Rufy per dedicarsi al suo grande sogno e raggiungerlo il prima possibile, aveva messo da parte molte cose quali anche i baci e l’amore, ecco cosa accadeva se uno come lui si affacciava per la prima volta a QUEL mondo.
Un violento calore corporeo gli partì dal basso ventre per poi espandersi come una fiammata esplosiva in tutto il resto del corpo.
Molle. La sensazione che provò oltre al bruciore e all’offuscamento totale dei sensi fu quella di sciogliersi letteralmente contro di lui che lo reggeva in quel modo forte ma dolce, deciso ma pieno di… cos’era?
Amore, forse… poteva immaginare si trattasse di quello…
Però qualunque cosa fosse era devastante e bellissima.
Bellissima perché era Zoro a fargli quella magia.
Era sicuro che se non fosse stato per lui che lo teneva, si sarebbe ritrovato una specie di gelatina gommosa sciolta in terra.
Non seppe cosa pensare, solo una cosa, forse, mentre assecondava la lingua di Zoro contro la propria in quel modo.
Fantastico…“
E su quel ’fantastico’ le immagini del bacio precedente, in una sorta di deja vu, gli tornarono come un fiume prepotente.
Ecco cos’era… era proprio questo. Sapevo che Zoro poteva aiutarmi!”
Fu un bacio lungo grazie anche alla lucidità di entrambi e il modo in cui Rufy stesso si trovò aggrappato alla mano e al braccio dell’altro per chiedere di non fermarsi. Fu estremamente dolce anche se insolito.
A fatica però Zoro ritrovò il controllo e respirando affannato si separò sentendosi immensamente meglio per quanto aveva fatto. Non sapeva bene come ma era sicuro che le cose sarebbero andate bene, non poteva essere che così.
Appoggiò la fronte alla sua e dopo un attimo di silenzio in cui rimasero ad ascoltare essi stessi, lo spadaccino disse:
- Allora adesso ricordi? –
- Si… - Rispose rimanendo vago. Era ancora immerso nel bacio di poco prima e in quello della sera prima, come poteva dire di più?
Confusione.
Si, doveva ammetterlo.
Un po’ ce n’era poiché si trattava di una cosa nuova, che non aveva mai provato anche se sapeva che era contento di averlo fatto con Zoro.
- Hai bisogno di pensare. – Tuttavia la frase del compagno arrivò ad illuminare ogni punto interrogativo. Come sempre l’aveva capito prima degli altri.
Ecco perché non posso fare a meno di lui… “
Pensò il moro guardandolo confuso allontanarsi e quindi dispiaciuto.
Non avrebbe voluto che si separasse, che staccasse quel bel contatto fisico così caldo e dolce e sicuro… non avrebbe voluto e d’istinto allungò la mano per fermarlo, afferrando la sua spalla mentre il giovane si voltava per scendere. La spalla muscolosa e tesa che magari spesso aveva toccato ma sempre con leggerezza.
Fu istinto anche in quel momento.
Quel tocco era stato come una mina.
Si ritrasse subito spaventato, quasi, dalla potenza della sensazione che aveva sentito.
Era vero, aveva bisogno di pensare…
- Sai dove trovarmi. –
L’unica cosa che disse Zoro prima di calarsi giù con agilità, arrivando al ponte della nave e sparendo nella propria cabina.



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